PUA: primo diritto essere informati sui diritti, ma come?
La lettera di Prestigiacomo e Motta su Quotidiano Sanità smaschera il rischio di PUA a "informazione dimezzata". Serve un cambio di rotta: che i PUA siano veri punti di orientamento a 360° nel complesso mondo del welfare. Un appello a Regioni e ASL per scelte coraggiose a favore delle famiglie più fragili.

Una voce forte e chiara per i diritti delle famiglie fragili arriva da
Fondazione WellFARE Impact - Ente del Terzo Settore — ente aderente al
Sistema ACLI Cuneese — e risuona su
Quotidiano Sanità! È stata pubblicata oggi una lettera congiunta della nostra Presidente,
Angela Prestigiacomo, e di
Maurizio Motta, che pone l'attenzione su un tema cruciale per milioni di cittadini: l'informazione sui diritti ai Punti Unici di Accesso (PUA).
Angela Prestigiacomo, facilitatrice digitale socio-assistenziale e sanitaria e project manager di Welfare Informa, insieme a
Maurizio Motta, Docente a contratto all'Università di Torino ed ex dirigente servizi sociali, sollevano un interrogativo fondamentale:
"PUA: primo diritto essere informati sui diritti, ma come?" Questo il titolo incisivo della loro lettera pubblicata su Quotidiano Sanità.
La lettera si concentra sui Punti Unici di Accesso (PUA), snodi cruciali in fase di costruzione nelle Aziende Sanitarie per orientare i cittadini verso gli interventi sociosanitari per disabilità e non autosufficienza. Prestigiacomo e Motta sottolineano con forza come, per quasi 4 milioni di famiglie, i PUA rappresentino una porta d'accesso fondamentale al welfare, evidenziando la difficoltà per molti di "sapere dove andare a chiedere che cosa".
La scelta cruciale: informazione parziale o a 360°?
La lettera mette in luce una scelta organizzativa fondamentale per i PUA: limitarsi a informare sull'iter per la valutazione UVG e gli interventi sanitari e sociali (modello più diffuso), oppure ampliare l'orizzonte informativo, offrendo una panoramica completa su "tutti gli altri possibili interventi che potrebbe richiedere" il cittadino, provenienti da "tutti gli altri attori del welfare" (INPS, Agenzia delle Entrate, Regioni, etc.)?
Prestigiacomo e Motta prendono posizione netta a favore del modello di PUA "a 360 gradi": "E’ evidente che nel loro primo accesso a servizi di welfare, alle famiglie dei non autosufficienti interessa non solo sapere come arriveranno alla valutazione multidimensionale ed agli interventi dell’Azienda Sanitaria e dei servizi sociali, ma anche conoscere tutto ciò che potrebbero chiedere ad altri enti/servizi pubblici. Ossia poter ricevere in un solo luogo tutte le informazioni sulle opportunità esistenti, e su “che cosa, come, dove e quando” potrebbero richiedere."
Welfare Informa: uno strumento concreto per l'informazione completa
La lettera presenta anche Welfare Informa, il "catalogo informatizzato" di interventi per disabilità e non autosufficienza sviluppato dalle ACLI di Cuneo in collaborazione con ASL ed Enti Gestori piemontesi, come un esempio concreto di strumento a supporto dei PUA "a 360 gradi". Questo catalogo, costantemente aggiornato, offre agli operatori uno strumento semplice e completo per informare i cittadini su tutte le opportunità del welfare a cui potrebbero avere diritto.
Un appello per un cambio di prospettiva
La lettera si conclude con un appello alle Aziende Sanitarie, agli Enti Gestori dei servizi sociali e alle Regioni affinché orientino le loro scelte verso un modello di PUA che garantisca un'informazione completa e a 360 gradi ai cittadini. "E non c’è dubbio sull’utilità per le famiglie di muovere verso PUA capaci di informare “a 360 gradi” su tutte le offerte del welfare."
La pubblicazione di questa lettera su Quotidiano Sanità rappresenta un importante passo avanti per WellFARE Impact nel promuovere un sistema di welfare più accessibile, trasparente e orientato ai diritti dei cittadini. Vi invitiamo a leggere e condividere la lettera integrale e a unirvi a noi nel sostenere un modello di PUA che metta al centro il diritto all'informazione completa per le famiglie fragili.
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